
TUFFIAMOCI NEL PASSATO: VIVA LA SCUOLA
Presso Circolo MCL
visitabile 8.00-13.00 e 16.00-19.30 tutti i giorni esclusi mercoledì e domenica pomeriggio
Con queste immagini abbracciamo un arco di tempo molto vasto, dal 1916 al 1972. Ogni gruppo porta la dicitura “i ragazzi del …”, indicando così l’anno di nascita per meglio orientarsi in questo susseguirsi di scolaresche. Gli scatti ritraggono le aule e i corridoi, il cortile, le scalinate davanti al portone. Peccato non sia stato possibile trovare foto della Pia, la custode che di solito ci aspettava sulla soglia e senza troppe gentilezze ci spingeva in classe. La scuola era tutta nelle sue mani: suonava la campanella, puliva, provvedeva all’accensione delle stufe e cercava di soddisfare ogni richiesta delle maestre.
La scuola di Molino Del Piano, edificata fra il 1928 e il 1930, ricorda un edificio in stile tipicamente fascista: due cancelli in ferro battuto, due scalinate in pietra e due robusti portoni che si aprono sul Piazzone. Le finestre recano le inferriate fino al 1940, anno del Regio Decreto che disciplina la raccolta dei materiali metallici di recupero, necessari alla costruzione di armi e munizioni. Lo sforzo, il lavoro e il sacrificio di ognuno sono rivolti a sostenere la nazione in armi. Anche la nostra scuola, pur piccola e lontana dai clamori delle città, partecipa alla campagna promozionale del regime. Prima della costruzione del nuovo edificio scolastico, le lezioni si svolgono in varie stanze adibite ad aule che accolgono le pluriclassi, in un primo tempo ubicate in via della Torre e, dopo la prima guerra mondiale, in via Fosso di Sieci.
Tra il 1940 e il 1945 l’attività didattica è sospesa, la scuola riaprirà solo nel 1946. La prima classe a sedersi di nuovo sui banchi di scuola dopo cinque anni di interruzione, è quella dei nati nel 1940 e con loro, i ripetenti del 1937/38. I segni della guerra sono ancora visibili: i cartoni oscurano le finestre e sostituiscono i vetri rotti dai bombardamenti. Le maestre Gelli e Senzapaura inaugurano la scuola del dopoguerra e, l’anno successivo, si aggiungono le maestre Pestellini e Landucci. La scuola diventa un vero e proprio punto di riferimento insieme alla chiesa, alla caserma e all’ambulatorio medico: il dottore cura il corpo, il parroco cura l’anima, i carabinieri l’ordine e le maestre la mente.
Lo sguardo vi guiderà a riconoscere maestre storiche che, finito un ciclo, ne avviavano subito un altro: Pestellini, Nistri, Giannoni, Gelli e Landucci negli anni dal ‘50 al ‘70 e, a ritroso, le maestre Giorgi e Campolmi negli anni ’40, fino ad arrivare alle maestre Massai e Venali degli anni ‘30.
Quante abitudini cambiate negli anni! Le cartelle di cartone o di cuoio lasciano il posto agli zainetti, le vecchie lavagne polverose in ardesia con gessi e cancellino in stoffa, lasciano il passo alle lavagne interattive, i banchi in legno con calamaio e inchiostro sono sostituiti da un arredo scolastico moderno.